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Foto & Web: Lamberto Bignami
Il territorio nel corso del tempo è soggetto a continue trasformazioni dovute principalmente a fenomeni naturali e all’opera dell’uomo e così anche le descrizioni di mulattiere su guide escursionistiche devono essere continuamente aggiornate. Prendiamo ad esempio le prime righe del percorso Strabatenza-Ridracoli riportato nella guida ‘ I Sentieri dei Passi Perduti’ , stampata nel 1987: facile accorgersi che qualcosa è mutato.
‘I Sentieri dei Passi Perduti’ ci indicavano che dal sagrato (ndr della chiesa di Strabatenza) si và verso la vicina Villa. Sulla destra ai bordi della pista che risale e scorre accanto al Cimitero, c’è un’area attrezzata con una fonte. La Villa, la ex scuola rurale ed un capanno delimitano un ampio spazio verde. La mulattiera riparte tra la Villa e la ex scuola: ben visibile coi suoi muretti senza strappi svolgendosi sul pendio, larga e ben selciata. Dopo qualche centinaio si è ad un bivio: andando diritti si giunge a Ripastretta, noi invece continuiamo sulla destra per dove la mulattiera sostenuta nella stretta svolta da un alto muro si dipana tra cespugli e ginestre che erompono dalla selciatura.
La fece fare la famiglia Zuccherelli: ”Ave Maria 1949 Z.A.”. Tutto all’intorno è un pratone riforestato con chiazze di pino e abete tra cui si fanno spazio roselline selvatiche e biancospini. Da qui, avendo in vista casa Boscherini – in alto a somma del monte- l’ascesa è più agevole….’.
Ripercorrendo oggi questo piccolo tratto ci accorgiamo che la mulattiera non è più larga e ben selciata, che qualche muretto è crollato, che a volte le piante ostruiscono il tracciato, che casa Boscherini non solo non è più visibile, ma che addirittura dopo 5/6 secoli ha cambiato inspiegabilmente toponimo, ma soprattutto che non c’è più traccia della maestà Zuccherelli.
In quest‘ultimo caso il furtarello è di poco conto, non siamo di fronte ad un’opera di Michelangelo o di Canova e soprattutto non vantatevi di essere dei geni del crimine per aver prelevato un pezzo di arenaria alto mezzo metro posto a poca distanza da una pista forestale dal traffico limitato e che senza fatica si può caricare in auto…
Probabilmente la maestà era stata costruita in ricordo di qualcuno che forse in quel punto aveva perso la vita e voleva essere un piccolo omaggio dei parenti a lui e al territorio dove forse era nato ed aveva trascorso la propria vita.
Ora questa maestà piena di significati che vanno ben oltre il valore economico (forse 3 o 4 euro) si trova in mezzo agli gnomi da giardino, magari giù per la città. Complimenti quindi al novello Arsenio Lupin, se lui è felice cosi , tutta l’umanità è felice con lui.
Per concludere direi che se effettivamente la maestà è stata rubata ( in questo caso colpo facilissimo e banale, non certo come fregarsi il concio di un camino con le pareti che rischiano di crollarti addosso) il furto è di una tristezza infinita.
Se qualcuno poi conosce la casa, il luogo o il giardino degli gnomi dove abilmente “la preziosa refurtiva” è stata camuffata, che lasci pur perdere. Non denunciate nessuno anche perché il triste ladruncolo non rischia nulla in quanto non è reato portarsi a casa una maestà.
Se lo squallido rubamaestà è un vostro amico magari stategli vicino perché ha evidenti problemi (per rubare una maestà è necessario avere problematiche non indifferenti) aprite il vostro cuore e copritelo di affetto perché ne ha tanto bisogno: mi raccomando non contrariatelo quando vi dice che la maestà in mezzo agli gnomi del giardino fa la sua porca figura e non ditegli nulla se per caso lo invitate a cena a casa vostra e lo sorprendete mentre si mette in tasca un cucchiaio o una forchetta.