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Foto & Web: Lamberto Bignami
Questo articolo datato 1964 ci racconta l’esodo di Rio Salso, antica parrocchia del Comune di Bagno di Romagna, costituita da poche case isolate sparse sul crinale che divide la val di Savio da quella del Bidente.
Nell’articolo si dice che il nome Rio Salso deriva da Rio-Arso (cioè secco) l’asperità di questa terra ha sicuramente accelerato i tempi dell’abbandono.
Si sottolinea poi il disagio dovuto alla mancanza di una strada carrozzabile e fa sorridere quando parla dell’assenza dei “conforti moderni”, cioè luce elettrica, telefono. Alla faccia dei confort!
La valle di Rio Salso, non lontana da Trappisa, negli anni a seguire ha visto la nascita di un ristorante nel Palazzo Giannelli e di una riserva di caccia che, trovandosi ai confini del parco, non era proprio il massimo.
Oggi in queste terre è tornata la pace, il silenzio regna sovrano e la zona è casa di svariati animali che hanno riconquistato gli spazi che l’uomo aveva tolto loro nei secoli passati.
Proprio qui siamo stati a sentire i bramiti dei cervi ed era un vero e proprio concerto.
Il testo dell’articolo:
Tutti sono emigrati in cerca di migliori condizioni di vita – Chiuse le scuole e la stessa chiesa parrocchiale.
La frazione montana dì Riosalso, in comune di Bagno di Romagna, a 747 metri di altitudine, distante dalla sede comunale dieci chilometri di mulattiera impraticabile, quasi, nel periodo invernale, sino ad alcuni mesi fa aveva circa 150 abitanti. Oggi a Riosalso non c’è più nessuno: tutti sono emigrati, poco per volta, o verso la pianura o all’estero. La scuola elementare di Stato è stata chiusa, come la chiesa parrocchiale. Lo squallore regna sovrano su quei monti, non tutti incoltivabili e non privi di buoni pascoli, la mancanza di una carrozzabile di accesso, di un acquedotto e dei coforti moderni (luce elettrica, telefono, ecc.) hanno determinato, di anno in anno, l’esodo. Le due ultime famiglie si sono trasferite altrove alcuni anni fa. Il nome di Riosalso deriva da quello antico, deformato, di Rio-Arso (cioè secco) così detto dalle scarse acque del torrente che bagna la frazione montana. Del vecchio castello mediovale non sono rimaste che alcune mura in rovina. Il maniero appartenne, secondo le antiche cronache, a Leuzio, figlio di Messer Nicola da Valbona, il famoso Lieto, ricordato da Dante. Nel 1335 il castello appartenne a Leuzzino da Valbona, il protagonista della famosa novella del Boccaccio. Gli venne tolto dai forlivesi alleati dei cesenati. Il cardinale Anglico nel 1371 ne fa cenno nelle sue descrizioni dei castelli della Romagna, dice tra l’altro che il castello di Riosalso aveva una rocca con torre fortissima e dieci focolari. Circa due anni fa vennero iniziati i lavori di costruzione della carrozzabile montana San Piero in Bagno • Paganico • Riosalo; strada che, se verrà ultimata, servirebbe per utilizzare quella vasta plaga solamente per la silvicoltura e l’allevamento del bestiame, essendo dotato, come si è accennato, quel vasto territorio, di ottimi pascoli. Verrà destinato Riosalso come zona demaniale forestale?
Il manto selvoso dell’Appennino che sovrasta Riosalso e i dintorni sono molto belli e pittoreschi. Una vera e propria industria zootecnica potrebbe valorizzare quella zona, ma occorrono grandi mezzi e, prima di tutto, una strada dì accesso.
Foto storiche:
Rio Salso oggi: