San Paolo in Alpe
un pò di storia
Arrivare a San Paolo in Alpe per la prima volta, soprattuto a piedi, è sempre un qualcosa di speciale. Alcuni vecchi percorsi che si staccano e salgono da Ridracoli, Corniolo e Fiumari ci conducono alla meta dove si rimane piacevolmente sorpresi nel trovarsi di fronte ai grandi prati che caratterizzano la frazione. Siamo a 1000 metri di altezza o poco più, in uno dei luoghi più accattivanti del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Davanti a noi panorami a 360 gradi e in mezzo ai prati un lungo e basso casolare, oggi in parte recuperato ed adibito a bivacco e rifugio, davanti al quale si trova una Maestà.
All’intorno tanti daini che, se non vengono disturbati, non si accorgono neppure della nostra presenza. Il cuore di questa località è completato dai ruderi della vecchia parrocchiale e dai pioppi che la circondano. Situata ai margini dell’altopiano con il suo campanile a vela che cerca di resistere al tempo, i ruderi della chiesa si trovano nei pressi della mulattiera che scende rapidamente verso il cimitero per poi raggiungere le case dei Fiumari e la pista forestale.
Negli anni ’60 del novecento quando ormai tutti i poderi di San Paolo erano abbandonati, in un posto veramente delizioso, nei pressi del mulino dei Fiumari, venne edificata la nuova chiesa di Sant’Agostino, un’inspiegabile costruzione che é un pugno allo stomaco dell’estetica, al gusto ed al senso della forma.
A questo punto mi torna in mente Innocenzo X, il papa che aveva fatto sparire gli eremiti da San Paolo.
Innocenzo, col caratterino che si ritrovava, alla vista della chiesa avrebbe fatto un grandissimo sacrificio ed abbandonando la mensa dove si trovavano cacio e pepe, trippa ed abbacchio si sarebbe velocemente recato ai Fiumari.
Giunto alla meta, armato di mazza, piccone e tanta buona volontà avrebbe demolito personalmente la nuova chiesa, lavoro effettuato in men che non si dica tra il plauso degli astanti.
Vorrei concludere spezzando una lancia anche a favore della nuova discutibile chiesa in quanto le croci che campeggiano sul campanile e sul tetto sono due capolavori: le A di anarchia così superbamente stilizzate non le avevo mai viste da nessuna parte, soprattutto in un edificio religioso.
Articolo a cura di
Autore della collana “Ad limina”, ben nota agli appassionati, che narrano le storie dei luoghi delle case dei contadini, dei poderi e delle parrocchie abbandonate nel Parco delle Foreste Casentinesi.
qualche anno fa…
La struttura, a fianco alla chiesa, si trova in un luogo meraviglioso. Può ospitare gruppi numerosi e vi troverete circondati da una natura incontaminata bagnata dalle limpide acque di un torrente.
La Paolo Babini Onlus di Forlì è da oltre 30 anni si occupa di minori, famiglie, anziani e progetti educativi e gestisce Casa Sant’Agostino dal 2017 insieme alla Parrocchia del Corniolo (che ne è anche la proprietaria) e ad un gruppo di volontari. Abbiamo conosciuto due volontarie Benedetta e Valentina che ci hanno permesso di trascorrere qui un bellissimo weekend qualche anno fa.
Di seguito l’indirizzo della loro pagina facebook.
In auto si arriva alla casa, il nostro consiglio è sempre quello di pianificare un trekking e andare a piedi.