Café Philo,
partigiani e tele stampate

di Lorenzo Spignoli

Siamo nell’alta valle del Bidente, a due passi dal castello di Valbona, dove Giovanni Boccaccio ha ambientato “Caterina e l’usignolo”, uno dei racconti del Decamerone riproposti poi anche da Pier Paolo Pasolini nell’omonimo film. Il territorio del Comune di Bagno di Romagna si estende fin qua, nelle zone che fino agli anni ’60 hanno ospitato un mondo fatto di piccole frazioni e innumerevoli case sparse coi loro campi attorno. Un popolo intero sparito quasi del tutto, fuggito da luoghi meravigliosi che potevano assicurare solo vita grama.

Il granduca Leopoldo II di Lorena nell’800 descriveva così l’alta valle del Bidente:

“Sulli spigoli acuti delle propaggini del monte si vedevano miseri paeselli con le chiese: San Paolo in Alpe, Casanova, Pietrapazza, Strabatenza; impercettibili sentieri conducevano a quelli, e lì dissero le guide i pericoli del verno, la gente caduta e persa nelle nevi, le lunghe sere rischiarate dalle tedie (nocchi d’abete che a turno tiene in mano uno della famiglia), i morti posti sui tetti per non poterli portare al cimitero, e nelle foreste i legatori del legname sepolti nelle capanne.”

San Paolo in Alpe

Casanova dell’Alpe

Pietrapazza

Strabatenza

Nel pomeriggio, per iniziativa di Gabriele Locatelli, vicepresidente del Parco Nazionale, ci siamo spostati presso il piccolo cimitero della frazione e ne abbiamo salutato il bel restauro conservativo recentemente concluso. Gabriele aveva deciso di rivolgere un omaggio a Tonino Guerra che nel proprio testamento spirituale si è raccomandato di salvare i piccoli cimiteri di campagna, assieme al loro patrimonio, storico, culturale, morale. Così abbiamo ascoltato Lorenzo, sindaco di Pennabilli, raccontarci di Tonino, e poi Riccardo, delle Tele Pascucci di Gambettola, sulla scelta compiuta dalla sua rinomata azienda, di riprodurre opere dell’artista romagnolo. Riccardo aveva affisso quattro grandi drappi, raffiguranti la venditrice di farfalle, la fontana delle candele e altre allegorie scaturite dalla sfrenata e poetica fantasia di Tonino e il cimitero era bellissimo.

Io guardavo di fronte le montagne, la vegetazione splendente, le macchie bianche delle case di Rio Salso. L’antica valle non è morta e può ancora affascinare, attrarre e offrire momenti di vita buona. Su questo potremo e dovremo continuare a lavorare.

2012

Articolo a cura di

Lorenzo Spignoli

Ex sindaco del Comune di Bagno di Romagna Lorenzo è sicuramente un grande appassionato e conoscitore di questi luoghi. È nato e vive a San Piero in Bagno, ha la passione della politica, della lettura e della scrittura.