Nei primi anni del 1900 a Ridracoli esistevano tre mulini: quello della Forca, il Mulino di Sotto ed il Mulino di Sopra. Articolo a cura di Claudio Bignami.

Vi dice niente la parola Decauville? Paul Decauville era un ingegnere francese che nel 1873, all’età di 27 anni, inventò un sistema di ferrovie portatili. Fu probabilmente questo il momento di massimo sviluppo di un sistema che è stato utilizzato anche nella nostra zona, in un posto sicuramente difficile da immaginare per molti. Un santuario della natura: la foresta della Lama.

Un luogo a cui siamo molto affezionati, come tantissima gente di queste zone, è sicuramente la Rondinaia. Con la sua chiesetta e le rovine della rocca. Da qui si può contemplare un suggestivo panorama sulla valle di Santa Sofia anche se siamo nel Comune di Bagno di Romagna. Se soggiornate a Trappisa di Sotto si può giungere a piedi o in mountain bike percorrendo i tortuosi sentieri indicati nelle mappe del luogo. La storia della Rondinaia è molto antica e la sua leggenda sicuramente affascinate, la riportiamo in questo articolo.

Di seguito una galleria di fotografie storiche che spaziano dalla Valle di Strabatenza, a Rio Petroso, da Ridracoli alla Rondinaia fino a Poggio alla Lastra.

Queste fotografie sono un contenitore di ricordi ed emozioni importantissimo che è stato raccolto meticolosamente e con passione da Don Daniele Bosi che ringraziamo di cuore per l’opportunità che ci ha donato nel farcele condividere.

Anche antichi muri possono raccontare storie, questa è la storia dell’Abetaccia. Articolo di Alessio Boattini.

Anche antichi muri possono raccontare storie, questa è la storia dell’Abetaccia. Articolo di Alessio Boattini.

Vi raccontiamo una piccola ed interessante storia di Resistenza avvenuta proprio all’interno dei muri di questa casa.

𝗗𝗼𝗽𝗼 𝗹’𝟴 𝘀𝗲𝘁𝘁𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟭𝟵𝟰𝟯: l’armistizio, l’apertura dei campi e la fuga dei prigionieri alleati che vanno a ricongiungersi ai propri comandi; il ruolo delle popolazioni romagnole nella creazione di un vero “𝗰𝗼𝗿𝗿𝗶𝗱𝗼𝗶𝗼 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗼”…

𝗗𝘂𝗻𝗾𝘂𝗲 𝗱𝗮 𝗦𝗲𝗴𝗵𝗲𝘁𝘁𝗶𝗻𝗮 𝗶𝗻𝗶𝘇𝗶𝗮 𝗶𝗹 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗰𝗵𝗲, 𝗱𝗼𝗽𝗼 𝘂𝗻𝗮 𝗹𝘂𝗻𝗴𝗮 𝘀𝗲𝗿𝗶𝗲 𝗱𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗽𝗲𝘇𝗶𝗲, 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗲𝗿𝗮̀ 𝗶 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗶 𝗶𝗻 𝘀𝗮𝗹𝘃𝗼 𝗼𝗹𝘁𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗲. 𝗡𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗿𝗮𝗳𝗶𝗹𝗮 𝘂𝗻 𝗿𝘂𝗼𝗹𝗼 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗹𝗼 𝗲𝗯𝗯𝗲𝗿𝗼 𝗹’𝗮𝘁𝘁𝗲𝗴𝗴𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲𝗰𝗶𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗿𝗼𝗺𝗮𝗴𝗻𝗼𝗹𝗲.

A favorire la fuga dei prigionieri alleati non furono soltanto le favorevoli situazioni orografiche: l’elemento fondamentale è che 𝗹𝗲 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗹𝗼𝗰𝗮𝗹𝗶 𝗲𝗿𝗮𝗻𝗼 𝗱’𝗮𝗰𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝗳𝗼𝗿𝗻𝗶𝗿𝗲 𝗮𝘀𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮. Erano popolazioni ai margini dello sviluppo, gente poco acculturata, le strutture sociali di esistenza erano in gran parte dettate dai ritmi della chiesa, dalle confraternite di origine seicentesca, dove i capifamiglia avevano un ruolo, diciamo, centrale. Quello che sceglieva il capofamiglia andava bene…

Il generale di brigata Combe, ospite per 90 giorni a 𝗧𝗿𝗮𝗽𝗽𝗶𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼, nella parrocchia di 𝗦𝘁𝗿𝗮𝗯𝗮𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮, racconta episodi commoventi di dedizione della popolazione. Durante i rastrellamenti le donne e i bambini lo accompagnarono nel bosco, lo fecero fuggire; racconta anche che mentre un generale è nascosto in soffitta, arrivano i tedeschi e i fascisti e la donna di casa fa piangere il bambino, gli dà i pizzicotti, lo fa urlare per distrarli, perché quelli non salgano. Nessuno dei fuggiaschi viene denunciato, a dimostrazione della solidarietà del territorio.

I generali scrivevano: “Se ci catturano a noi ci riportano al campo ma questi che ci proteggono finiscono impiccati con la loro famiglia”

𝗜𝗹 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗯𝗿𝗶𝗴𝗮𝘁𝗮 𝗖𝗼𝗺𝗯𝗲, 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝗥𝗼𝗺𝗮𝗴𝗻𝗮, 𝘁𝗲𝘀𝘁𝗶𝗺𝗼𝗻𝗶𝗼̀ 𝘀𝘂𝗹 𝗿𝘂𝗼𝗹𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗿𝗼𝗺𝗮𝗴𝗻𝗼𝗹𝗲. 𝗥𝗶𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗼̀ 𝗱𝗶𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗔𝘀𝗰 𝗳𝗶𝗿𝗺𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗲 𝘁𝗲𝘀𝘁𝗶𝗺𝗼𝗻𝗶𝗮𝗻𝘇𝗲 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗽𝘂𝗴𝗻𝗼. 𝗖𝗼𝗺𝗯𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗲𝗿𝗮 𝘂𝗻𝗼 𝗾𝘂𝗮𝗹𝘀𝗶𝗮𝘀𝗶…

“𝙂𝙧𝙖𝙯𝙞𝙚 𝙙𝙞 𝙖𝙫𝙚𝙧 𝙧𝙚𝙨𝙞𝙨𝙩𝙞𝙩𝙤”

𝙁𝙤𝙣𝙩𝙚: https://fratellispazzoli.it/2017/11/16/a-seghettina/

Davide Prati, guida Aigae dei Trekkabbestia, ha omaggiato Trappisa con un bellissimo foto racconto che riportiamo qui di seguito. Buon trekking!